giugno 30, 2015

GuestPost #1 - Un mese di Fab + The Writing Machine!

Oggi si festeggia! Il 29 maggio di quest'anno ho aperto il blog. Mi sembra giusto celebrare il primo mese di vita di F+TWM con una sorpresa. Quest'oggi, infatti, pubblicherò il primo guest post, ideato e scritto per l'occasione da una persona a me molto cara. Sto parlando della mia editor e amica Lorena, autrice del lit-blog Petrichor. Colgo l'occasione per invitare tutti a dare un'occhiata ai suoi post e alle sue recensioni. Sicuraemente, troverete utili suggerimenti e nuove idee per le prossime letture! Ho chiesto a Lorena di aiutarmi con il guest post per ovvi motivi. La conosco da parecchio, le voglio bene e ha indiscusso talento. Tanto. Non solo è un'ottima blogger e un'accanita lettrice, ma scrive anche molto bene. Per me, è un onore collaborare con lei all'editing dei suoi romanzi. Quando le ho chiesto un pezzo sulle distopie, poi, ero sicurissimo che avrebbe fatto un lavoro eccelso. Ora che sto per pubblicare e condividere con voi il suo lavoro, sono fermamente convinto di aver fatto la giusta scelta. Quindi, bando alle ciance, vi lascio al suo post. Vi avverto, è parecchio lungo, ma non mi è sembrato il caso di dividerlo né tanto meno di accorciarlo. Una buona lettura a tutti voi! :)


Guida atipica agli universi distopici

Quando il mio pazzo editor mi ha proposto di scrivere un guest post per il mesiversario del suo blog, ho dovuto, senza nessuna costrizione sia chiaro (*roll eyes*), dire subito di sì. Ma il grosso problema non era buttar giù un pezzo per il suo blog, quanto decidere l'argomento da trattare in una sede diversa dalla mia piccola casa nel web. Le prime idee riguardavano la scrittura. "Parla di Jane Austen e della struttura dei suoi romanzi", mi ha detto, poi però si è subito pentito sapendo che delle venti pagine, minime, che avrei scritto di post, dieci avrebbero riguardato Mr. Darcy. E per quanto quel post prima o poi lo scriverò davvero, non era proprio il caso. Altre idee riguardavano anche la lettura, le recensioni e tutte quelle cose di cui parlo da tempo. Ma volevo mettermi in gioco con qualcosa di nuovo, divertente e spettacolare. "Dai, dammi qualche idea, qualcosa di nuovo", ho continuato a incalzarlo, al che lui esasperato ha risposto "parla di distopia". Anvedi la novità, Fab!
Sembravo già una blogger sull'orlo di una crisi di nervi con una pagina bianca davanti e nessun argomento in testa, quando ecco l'illuminazione suprema, arrivata a me attraverso i sacri dei (?) della distopia (San Distopio, il protettore dei dittatori, e Santa Utopia in Martire, la protettrice delle giovani eroine che vanno contro il sistema). Avrei parlato di distopia, sì, ma in modo diverso. Avrei creato una guida atipica, alquanto ironica, dove suddividere i libri e le saghe più famose in base a ciò che viene vietato o semplicemente al tipo di società che è presentata. Un'operazione complessa che ha richiesto una notte insonne pensando a cosa inserire (mortacci tua, cervello!) e i miei Masterpost distopici a disposizione. Inoltre, si sa, mettere le etichette a un genere letterario come questo che è tutto e niente al tempo stesso è un po' come leggere i tarocchi: ti ci vuole tempo per imparare e non è detto che alla fine azzecchi la previsione che avevi fatto. Per questo mi scuso per eventuali annessioni di libri che non vengono considerati da tutti dei distopici e anche per commenti un po' sprezzanti su certi libri molto amati. Keep Calm, adoro tutti quelli che ho citato.
Ma, per i neofiti del genere, che significa distopia?
Pensate al mondo perfetto, all’utopia che ogni essere umano vorrebbe vivere e ora riflettete sull’esatto contrario. La distopia è questo: un mondo al rovescio in cui solitamente si vive sotto una tirannia e i divieti sono tantissimi. Nelle distopie è la personalità del singolo a sopperire nel mare del bene comune. Certo, i mondi distopici variano molto e la mente umana ha inventato milioni di possibilità ed è per questo che oggi tenterò di presentarvi alcuni universi particolari in cui la vita è completamente diversa da quella che conosciamo.

-“Sei qui solo per le telecamere”-
La distopia è anche controllo e in effetti questo sembra un punto in comune tra molti dei romanzi distopici di cui parlerò, ma ancor più del controllo sul popolo sono le telecamere che ci interessano in questa piccola sezione. Molti libri parlano del rapporto tra distopia e telecamere in futuri che a malapena riusciamo ad immaginare. Insomma dimenticatevi dei salotti tv e dei programmi di Maria De Filippi, siamo nella distopia e qui davanti alle telecamere molto spesso si muore.
È iniziato tutto molto prima degli scandali di WikiLeaks e della pubblicità occulta di Facebook (ditemi che non sono l’unica ad averla notata!). Già nel 1949 era infatti il Grande Fratello ad osservare ogni mossa dei cittadini nel famoso libro di George Orwell. “1984” è sicuramente il libro che meglio rappresenta questa categoria e la distopia in generale. Un classico che non potete fare a meno di leggere!
Spostandoci sulla letteratura YA (Young Adult) più moderna l'altro esempio noto è “Hunger Games” di Suzanne Collins, che ha rincarato la dose del famoso predecessore mostrandoci come il Grande Fratello (quello televisivo, eh!) sia molto più pericoloso di quanto non riuscissimo ad immaginare. Le eliminazioni, che una volta erano decise per televoto, ora sono reali e riguardano giovani ragazzi in lotta in un moderno sacrificio al Minotauro/Capitol City.
E, sempre per rimanere in ambito uccisioni e programma televisivi, vale la pena ricordare il meno noto “Battle Royale” di Koushun Takami, romanzo che sembra aver ispirato la Collins. Nel libro giapponese, molto più violento di quello americano, è la “Repubblica della Grande Asia Orientale” a selezionare cinquanta classi di scuola media perché partecipino a un Programma in cui gli studenti in un Hunger Games alla giapponese dovranno uccidersi l'un l'altro e proclamare un solo vincitore.
 Le telecamere, però, non sono tutte cattive come sembrano e rimane da menzionare una serie distopica molto più leggera, particolarmente amata dalle ragazze di tutto il mondo, “The Selection” (La Selezione) di Kiera Cass. In una sorta di Uomini e Donne in salsa distopica, purtroppo senza gli opinionisti Tina, ci manchi!, è il principe di Iléa, Maxon, a cercar moglie tra la vasta popolazione del suo regno. Ci sono le uscite, i servizi speciali in tv, un conduttore che somiglia in modo inquietante a Caesar Flickerman (il parrucchino bianco di Hunger Games, per intenderci), e le eliminazioni in una vorticosa serie di eventi che coinvolge America Singer, la protagonista e aspirante (= riluttante) Regina.

-“Divide et impera”-
Un'altra opinione comune, e quanto meno errata, dei dittatori distopici nella letteratura è che il giusto modo per governare un popolo è di dividere tutti in caste/distretti/fazioni/dategli-un-nome-qualsiasi-tanto-è-la-stessa-cosa. Latini docet, insomma. In effetti il metodo sembra funzionare almeno fin quando l'eguaglianza e l'imparzialità è mantenuta o l'eroina/eroe di turno non si ribella. Ho già citato “Hunger Games” per i suoi distretti, divisi in base al lavoro che svolgono per Panem, e potrei facilmente citare di nuovo “The Selection” per la selezione in caste, ma gli esempi sono molti.
C'è “Divergent” di Veronica Ruth, di cui ho spesso parlato nel mio blog, in cui sono cinque le fazioni che dividono la società, cinque come le virtù che meglio li contraddistingue: sapienza per gli Eruditi; coraggio per gli Intrepidi; amicizia per i Pacifici; altruismo per gli Abneganti; onestà per i Candidi. Basta poco più di un test e una scelta personale per decidere la propria fazione e tagliare i ponti con la vita precedente. Per tutti sembra semplice, tranne che per Beatrice, la protagonista del romanzo che scopre improvvisamente di essere diversa, divergente, e da lì iniziano i guai...
In “Pawn” di Aimée Carter è un tatuaggio sulla pelle a definire ciò che si è e quanto si è importanti nella società. Lo impara bene Kitty Doe che, con il suo misero III, dovrà abbandonare colui che considera la sua famiglia e finire presto per accettare un pericoloso accordo, che le toglierà la cosa più importante di tutte: la sua identità. Ma salire di rango e diventare una VII si rivelerà peggiore che essere una semplice III. Nella scala sociale a volte meglio essere poveri, ma felici, che ricchi e infelici. Lo so, suona come una massima di Catalano, ma credetemi, ne abbiamo tanti di esempi.

-“Are you my mummy?”-
Un argomento non tanto tabù della distopia è la maternità surrogata. Se al momento non tutti i paesi del mondo la accettano, nel futuro è boom di uteri in affitto. Nella distopia, tuttavia, le povere mamme surrogate lo sono spesso controvoglia. D'altronde se non era così che distopia poteva essere?
Ad aprire le danze è Margaret Atwood con il suo “Handmaid's Tale” (Il racconto dell'Ancella), in cui il controllo del corpo femminile diventa il fulcro stesso su cui si basa lo stato totalitario che un tempo era l'America. Dopo guerre atomiche e devastazioni, le poche donne ancora in grado di procreare diventano “Ancelle” e sono costrette alla procreazione coatta, mentre le altre vengono ridotte in schiavitù. [Per essere bipartisan vi informo che ci sono anche distopie in cui gli uomini non esistono o vengono uccisi in giovane età, ma ve ne parlerò più avanti → Vedi la sezione “It's raining men”]
Sul fronte YA risponde veloce “The Jewel” di Amy Ewing, in cui la povera Violet, nata nella Palude, viene venduta come schiava alla ricca Duchessa del Lago. Il suo compito? Dare un erede alla sua padrona, che come il resto delle nobildonne che abitano il Gioiello non può avere figli. Ma lei è solo una delle tante e il suo compito si rivelerà molto più difficile di quanto sembra.
E se leggete anche in inglese potrebbe interessarvi “Bumped” di Megan McCafferty. Un virus rende tutti coloro sopra i diciotto anni infertili e gli adulti pagano i giovani teenagers per concepire e far nascere i loro figli. No, non è la versione distopica di 16 anni incinta di MTV. In questo mondo due sorelle gemelle si ritrovano a confrontare i loro percorsi: una concepirà un figlio per profitto mentre l'altra, seguendo la comunità religiosa che l'ha accolta, vorrà portare la sorella fuori dalla strada del peccato.

-Soldiers do it better-
E in una società del futuro in cui si lotta per qualsiasi cosa chi poteva sopravvivere e prendere il potere? Dai, rispondiamo tutti in coro! Attenti che vi osservo, 1984 docet, non state urlando la risposta. Ok, ora di nuovo tutti in coro. I soldati, esatto. L'elemento militare è una componente che appare in alcuni romanzi, ma si può dire che è predominante in due serie molto famose.
“Shatter Me” di Tahereh Mafi ne è un esempio. La nostra psicolabile preferita Juliette, dopo essere stata rinchiusa per 264 giorni in una cella, viene portata via dalla sua prigione dal bel soldato Adam. Il mondo che si trova fuori, però, è gestito dal Reestablishment, un movimento militare che ha diviso il territorio in settori. A capo del Settore 45 troverà un ragazzo molto interessato a lei, Warner. Sentite anche voi odore di triangolo amoroso?
In chiave militaresca anche la serie “Legend” di Marie Lu in cui la protagonista June, dopo aver superato un lutto molto vicino a lei, decide di andare a cercare il suo probabile killer. Lei fa parte della milizia, lui è un criminale, insomma amore a prima vista tra i due. Finirà bene? Tocca a voi scoprirlo!

-“It's raining men, hallejulah!”-
No, nelle distopie non piovono uomini, anzi, sembra proprio che in futuro ci sarà una grossa siccità. Iniziate ad abbracciare fidanzati, mariti e quant'altro, perché le scrittrici distopiche amano immaginare mondi senza uomini e a noi proprio non piace l'idea.
Iniziamo dagli Stati Uniti e da “Taken” di Erin Bowman. In una piccola comunità isolata da mura altissime, non ci sono uomini, o meglio, i ragazzi scompaiono il giorno del diciottesimo compleanno. Il mistero della loro fine assilla il giovane Gray che attende con pazienza la sua fine, ma un ritrovamento misterioso e un'inaspettata speranza potrebbero cambiare il suo destino e potrebbero anche salvare la sua amicizia con Emma.
Per chi legge in inglese una piccola chicca “The Only Boy” di Jordan Locke, ambientato nella Sezione 1, un ospedale in cui vivono trecento donne e un solo uomo, Taylor. Il giovane, tuttavia, vive travestito da donna e si nasconde sperando di poter lasciare presto il luogo in cui regna una vera e propria Matriarca. Se verrà scoperto, verrà esiliato o forse ucciso, ma lasciare indietro Mary, una giovane che vive nella stessa Sezione, potrebbe essere impossibile.
E infine, ma non per ultima, l'italianissima Alessia Esse con il suo “Perfetto”. La Sindrome ha ucciso tutto il genere maschile e il dolore ha sepolto tutto ciò che li riguarda. Ma quando il capo del governo, Vega G, si interessa alla vita di Lilac, la giovane finirà per essere protetta da due persone che non dovrebbero esistere: due uomini.

-“Chi bella vuole apparire mille pene deve soffrire”-
Se voi ragazze non ve lo siete sentite ripetere almeno una volta dalla vita da qualche parente, beh, avete avuto una vita molto felice. Io lo ripeto come un mantra ogni volta che provo un paio di tacchi vertiginosi. Ovviamente i nostri protagonisti delle distopie soffrono più che un paio di dolori al piede. Poveretti! Insomma, benvenuti nella sezione dedicata alla chirurgia plastica o quasi in cui è necessario essere “belli, belli in modo assurdo”. Ritocchino sì o ritocchino no?
Nel mondo di “Uglies” (Brutti) di Scott Westerfeld la chirurgia estetica è obbligatoria dai sedici anni in poi. Essere normali significa essere brutti e tutti devono essere perfetti. Tally la pensa così e aspetta con ansia il suo sedicesimo compleanno fin quando non conosce Shay e i dubbi iniziano a farsi pressanti. Perché rinunciare alle proprie imperfezioni per essere uguali agli altri e cosa nasconde la misteriosa operazione?
In “Wither” (Il giardino degli eterni. Dolce veleno) di Lauren DeStefano la bellezza della sedicenne Rhine è tutta farina del suo sacco, ma la bellezza in un mondo in cui si vive poco ha un prezzo altissimo. Nella Terra del futuro, infatti, le donne vivono solo venti anni e gli uomini venticinque, quindi un'avvenenza come quella di Rhine non passa inosservata. Rapita e rinchiusa in una lussuosa dimora, aspettando di essere data in sposa ad un Governatore, scopre presto che sotto tutto quello si nasconde un terribile segreto. Riuscirà a scappare e correre contro il tempo che sta scorrendo velocemente?
Lissa Price ci racconta nel suo romanzo “Starters”, in cui una pandemia ha ridotto la popolazione così tanto che ormai esistono solo giovani e anziani. Callie nella sua battaglia contro la fame decide di firmare un accordo con l'ambigua società Prime Destinations, in cambio vorranno il suo corpo, così che ricchi anziani possano rivivere emozioni perdute attraverso i giovani disperati come lei. Ma il chip impiantato nel suo cervello smette di funzionare improvvisamente e lei si risveglia prima del tempo, ricca e felice, in un universo pieno di pericoli.
Sempre per chi legge in inglese “Perfected” di Kate Jarvik Birch racconta proprio del prezzo della perfezione. In un mondo in cui le persone create geneticamente possono essere venduti come animali da compagnia, i ricchi si azzuffano per possedere bellissime ragazze come Ella. Addestrata per essere sempre perfetta, Ella è felice del suo futuro, ma presto il bellissimo figlio del suo padrone la farà finire intrappolata nella sua stessa vita perfetta.

-“Acqua, acqua ovunque. E non una goccia da bere.”-
Citando il poeta inglese Coleridge, parliamo di acqua, uno degli elementi vitali per la nostra esistenza. È estate ora, immaginate di non potervi fare il bagno, perché l'acqua è un bene così prezioso da dover essere preservato. E no, non parlo delle leggi municipali sull'acqua e neanche del deserto, siamo nella distopia, signori, un po' di contegno.
Lascio la parola alla finlandese Emmi Itaranta che nel suo “La memoria dell'acqua” racconta di una terra bruciata dal sole, in cui l'acqua è una risorsa preziosa. Noria, la protagonista, nata in una famiglia di maestri del tè è a conoscenza, per tradizione, delle sorgenti segrete persino al governo, ma alla morte del padre dovrà affrontare un dilemma: conservare il segreto della famiglia o tradirla per il bene comune.
Sempre in un futuro sconvolto da una catastrofe ambientale è ambientato il romanzo, disponibile solo in inglese, “The Water Wars” di Cameron Stracher. L'acqua qui è un bene più prezioso dell'oro e è degna di essere causa di morte. Vera e suo fratello Will si troveranno a fare l'amicizia con Kai, che sembra avere un accesso all'acqua, ma quando lui scompare si ritrovano a doverlo cercare, sfidando pirati e corporazioni in una lotta per l'elemento vitale di ogni uomo.
Altro romanzo in inglese molto interessante è “Not a Drop to Drink” (ricordate il titolo della sezione vero?) di Mindy McGinnis. Lynn, la protagonista di questo libro molto inquietante sa cosa significa possedere uno stagno. L'acqua è importante ed è fondamentale difenderla dagli stranieri. E, dopo un inverno senza neve, ogni minaccia alla sua piccola fonte di acqua è da eliminare in fretta. Ma quando gli stranieri arrivano in massa cosa potrà fare per proteggere il suo tesoro?

-“Love is in the air? Wrong. Nitrogen, Oxygen, Argon and Carbon Dioxide are in the air.”-
Eh già, Sheldon, basta parlar di amore che i poveri protagonisti di questi romanzi probabilmente scoppiano a piangere al solo sentirlo nominare. Stavolta parliamo di distopie in cui gli innamorati non se la passano bene, ma proprio per niente. Amori tragici, tormentati e impossibili, venite a noi!
Iniziamo da “Delirium” di Lauren Oliver, in cui la povera Lena vive in un futuro nel quale l'amore è considerato una malattia, causa di guerre e dei peggiori mali dell'umanità. A diciotto anni un'operazione priva i neo adulti della possibilità di innamorarsi, ma poco prima di essere operata la giovane incontra Alex e si innamora, mettendo in discussione tutto il suo futuro e scoprendo che l'amore in fondo non è così male come credeva.
A volte nelle distopie l'amore è gestito dal governo attraverso abbinamenti, quasi sempre poco azzeccati, in cui i protagonisti di turno si trovano incastrati quando all'orizzonte arriva l'anima gemella perfetta per loro. Questo è il caso di “Matched” (Matched: la scelta) di Ally Condie, dove la Società il quindici del mese attraverso i Banchetti di Abbinamento mostra ai giovani diciasettenni coloro che dovranno sposare. Il compagno perfetto è a un passo da lei, quando la vita di Cassia viene sconvolta da uno strano abbinamento. Il suo compagno dovrebbe essere Xander, l'amico di una vita, ma nello schermo appare il volto di Ky e tutto appare impossibile. Divisa tra due persone e due amori che sembrano agli opposti, la giovane avrà finalmente la possibilità di scegliere dopo che gli altri l'hanno fatto per lei decine di volte.
Altro caso emblematico quello del libro in inglese, “The name on your wrist” di Helen Hiorns. Nel mondo di Coryn all'età di due/tre anni il polso dei bambini viene tatuato col nome della sua anima gemella. Il nome del proprio futuro amato è segreto, non si può rivelare, ma la ricerca è lunga e non è facile trovare l'anima gemella. E se poi si finisse per amare una persona diversa da quella scritta sul proprio polso?

-Siamo tutti animali, in fondo.-
Se vi siete offesi per questa affermazione alzate la mano. Ops, non vi posso vedere. Beh, meglio perché non era un'offesa ma un dato di fatto. Siamo animali per la scienza e anche per la distopia. Parliamo allora di romanzi in cui i protagonisti sono animali che ragionano come persone? Perfetto!
A quale libro avete pensato subito? Credo che siamo tutti concordi nel ritenere “La fattoria degli animali” di George Orwell una delle distopie allegoriche più importanti. In una satira che porta alle estreme conseguenze i principi marxisti, gli animali della “Fattoria padronale”, dopo essere stati maltrattati dal loro padrone, lo cacciano e instaurano un regime comunista. Tutto sembra essere perfetto fin quando i maiali – Babe, alla riscossa – prendono il controllo.
Più recente il romanzo di Laline Paull, “The Bees” (La fortezza delle api). Qui gli essere spietati sono le api che vivono nell'alveare e la nostra protagonista è Flora 717, una umile ape operaia. La sua devozione e il suo coraggio la faranno salire nella scala sociale fino ad arrivare all'ape Regina, ma capirà presto che le minacce al suo mondo vengono dall'interno ed è lei a dover prendere il mano il destino di tutti, per farlo però dovrà rinunciare a tutto ciò che crede.

-“Orange is the new black”-
Se siete ossessionati dalla famosa serie tv, questa sezione farà per voi. Uno degli elementi chiave della distopia è infatti la protezione. Ho parlato di alte mura per difendersi dal resto del mondo e di prigioni, vere o immaginarie, la letteratura distopica brulica. Molti sono gli esempi che ho già citato e tanti altri sono quelli che purtroppo non citerò.
In “The Maze Runner” (Il labirinto) di James Dashner la “prigione” è la Radura in cui un gruppo di ragazzi si ritrova senza memoria dopo essere arrivati attraverso un misterioso ascensore. In questo moderno Signore delle Mosche presto dovranno organizzarsi e, quando arriverà un terribile presagio insieme ad una ragazza, dovranno capire come scappare di lì, passando dall'unica via di fuga possibile: il Labirinto.
La prigione di “Incarceron” (La prigione vivente) di Catherine Fisher è decisamente più letterale. Lì i figli dei prigionieri originali vivono dentro Incarceron, un edificio vivente con sotterranei, camere di tortura e passaggi segreti. Un giovane Finn, tuttavia, inizia ad avere visioni della sua vita precedente e non riesce a credere di aver passato tutta la sua esistenza dentro quella prigione. Fuori di lì anche la figlia del direttore di Incarceron, Claudia, è imprigionata nel suo mondo che potrebbe apparire perfetto. Ma, quando troveranno una chiave di cristallo che gli permetterà di comunicare, le barriere tra i due mondi crolleranno.

Spero che questo mega-post vi sia piaciuto e vi abbia divertiti almeno un po'. Penso che avrei potuto continuare a scrivere altre mille categorie e magari in futuro ne potrei aggiungere alcune bonus che qui non ho potuto includere. Ringrazio le mille ispirazioni da Goodreads alle serie tv, dalla letteratura alla mia collega Anncleire. Ho citato così tante cose che spero anche riusciate a capirne la metà, purtroppo la mia mente folle fa salti pindalici che non riuscirei a spiegare facilmente. Per qualsiasi cosa, commentate, magari scrivendo quale è la vostra categoria preferita o quanti libri vi ho fatto aggiungere alla lista di quelli da leggere.
Ancora auguri al mio editor e al suo blog, sperando che si riempia di altri mille post e racconti fantastici!

XOXO Gossip Petrichor,
la vostra sola e unica fonte di notizie sulle vite scandalose dell'élite della Distopia.

Che vi dicevo? :)
Grazie, Lorena, per questo interessantissimo mega-post, non avrei potuto chiedere di meglio!
Mi unisco a lei per chiedere i vostri commenti, magari dicendo quali serie distopiche avete amato, e se pensate di leggerne una a breve. Come sempre, #staytuned.

Fab

4 commenti:

  1. Potevamo almeno regalare un libro a chi arrivava fino in fondo vivo! xD
    Love ya, sono felice che ti sia piaciuto e che il piccolo blog cresca piano piano <3

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    1. Il regalo per aver finito questo post è il post stesso. Una guida bellissima e anche parecchio utile ;)

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  2. Augurissimi per il primo complimese, quando si inizia non si sa mai se si avrà la costanza di tenere insieme i pezzi. In realtà non lo si sa neanche quando hai un blog da tre anni e mezzo. Detto questo... Lo è bravissima, io la adoro, e adoro leggere quello che scrive. E' sempre incredibilmente competente, e non dovrebbe mai citare la sottoscritta, perché, la sottoscritta, non fa proprio nulla. Insomma una bellissima collaborazione!

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    1. Grazie mille Anncleire :) C'è da dire, però, che tu dopo tre anni e mezzo tieni su un blog che è più un mondo da scoprire che una semplice raccolta di post! Insomma, lo sai che ti stimo xD
      Sulla bravura di Lo, non si discute. Basta leggere questo post per rendersene conto. Sono onorato di collaborare con lei ai suoi progetti letterari e di averla come amica. :)

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